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Cecchi's Story

Anita e Luigi, una storia d'amore e di vino

Questa è la storia d’amore di un ragazzo che aveva una casa vinicola e una giovane donna che faceva botti per il vino.

La storia di Luigi e Anita.

Sono stata tra le prime donne in Toscana a guidare la lambretta. Ma non la usavo solo per andare a lavorare, la mia lambretta è stata un’ottima compagna di viaggio, giravo per la campagna del Chianti, per andare al mare e in montagna. Sono stata sempre una donna con poche paure, molto indipendente. La lambretta mi ha fatto notare nel bene e nel male. Mia mamma si preoccupava perché pensava che questo mio apparire così libera avrebbe allontanato qualsiasi spasimante. Così non è stato. Tutti i giorni andavo a trovare Marta, la nipote di una mia zia e passavo davanti al bar Orazio, il luogo di ritrovo a Poggibonsi negli anni ’50. Luigi, che in quel bar prendeva il caffè, ha iniziato ad osservare con curiosità questa giovane donna che guidava una due ruote.

A esser sinceri il nostro primo incontro è nato per scommessa. Luigi ha pensato che sarebbe stato un traguardo poter conquistare un bel tipetto impavido come apparivo in sella alla mia lambretta, così con la complicità di Marta, ha organizzato il primo appuntamento. 

A quei tempi lo si faceva quasi per caso e così, quasi per caso ci siamo ritrovati a ballare davanti ad un’orchestrina di Poggibonsi. Al primo ballo è seguito un secondo appuntamento a Radda in Chianti, a fare merenda. Lavoravo nella ditta di famiglia, dove fino agli anni 50 oltre alla parte siderurgica c’era anche la produzione di botti. Avevo l’ambizione di diventare un architetto, ma in quegli anni non si poteva dire che fosse un lavoro da donna, i corsi erano frequentati da soli uomini, e così iniziai a esprimere la mia passione per il disegno alla scuola d’arte. Purtroppo due terribili eventi hanno cambiato la prospettiva della mia vita, la morte di mio padre prima e quella successiva della mia cara nonna. Ho iniziato così a lavorare con coscienza e impegno nell’azienda di famiglia.  La mia era un’azienda che nonostante i disastri della guerra andava bene, prima della guerra avevamo ben 120 operai e il nostro settore era del ferro e del legname per la costruzione delle botti. 

Con l’avvento dei tini in cemento mio padre decise di abbandonare la seconda attività per dedicarsi interamente al ferro. Tuttavia, questa esperienza mi ha fatto ben volere dal padre di Luigi, Cesare, che concedeva il permesso a Luigi di guidare la sua macchina solo quando sapeva che doveva uscire con me. 

In Cesare vedevo un uomo lungimirante, di un’ambizione protesa al progresso e all’innovazione, una mente illuminante per me, un uomo ottimista e creativo. Come succede oggi, anche la nostra storia da fidanzati ha conosciuto momenti di allontanamento, ma poi ci ritrovavamo sempre, finché non è arrivato il momento fatidico. Luigi, uomo pragmatico e diretto un giorno mi disse "Ci si lascia o ci si sposa? Tu che pensi?" ed io "Ci si sposa! Io sono pronta vado a Colle di Val d’Elsa e richiedo il certificato di battesimo" e Luigi "Si ma sposiamoci presto perché poi ho da seguire la vendemmia". Mi ricordo ancora che chiamai mia madre chiedendole il giorno in cui ero stata battezzata, e al suo perché risposi, perché mi sposo.

Era il primo di agosto 1955 e il 29 agosto 1955 ci siamo sposati. A Forte dei Marmi, per il viaggio di nozze, ci accompagnò uno degli agenti Cecchi più fidati, che ci organizzò una cena romantica al Gambrinus di Lido di Camaiore; ho ancora la rosa che mi regalò. Non sono entrata in Cecchi da subito, ho aspettato che i nostri figli Cesare e Andrea fossero alle elementari. Inizialmente andavo la mattina e il pomeriggio lo passavo in campagna a passeggiare con i bambini.

 Fu proprio vedendomi fare queste grandi camminate con Cesare che Luigi decise di acquistare Villa Cerna, perché diceva che voleva un posto in campagna dove la sua famiglia potesse stare. Gli anni successivi sono stati anni felici, abbiamo viaggiato tanto, visto e conosciuto persone da tutto il mondo. Abbiamo promosso il nostro nome, i nostri vini negli stati Uniti, in Messico, Canada, Australia… Siamo stati un sostegno l’uno per l’altra, il confronto è stato alla base del nostro rapporto durato 49 anni. Il successo del nostro lavoro è stato determinato anche dalla condivisione e dall’impegno di entrambi.

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