
Esperienze di vino
La Maremma Toscana DOC raccontata da Piero Sabatino
La Maremma era una volta terra amara e ribelle per l’uomo. Oggi, grazie agli interventi fatti nel tempo, se ne apprezza il clima favorevole a qualsiasi produzione agricola, tanto che i suoli ricchi e vocati garantiscono lo scenario ideale per coltivazioni vitivinicole di grande qualità.
A sottolineare le caratteristiche di questo territorio, c’è la costituzione recente di una nuova denominazione, che porta il nome di questa regione, la Maremma Toscana DOC, che dal 2011 si è aggiunta alle 39 DOC della regione Toscana.
Andiamo a scoprire di più su questa denominazione attraverso le parole di Piero Sabatino, direttore di Val delle Rose, azienda maremmana della Famiglia Cecchi.
La denominazione Maremma Toscana DOC e il suo territorio
“Vivo la Maremma tutti i giorni e tutto il giorno. Abito all’interno della Tenuta e ogni mattina mi alzo molto presto, attraverso i filari che guardano il mare e cammino tra i vigneti che si lasciano il monte Amiata alle spalle e da qui si vede quanto è ampio il territorio della Maremma, che va da Bolgheri fino al Lazio”.
Questo territorio molto vasto si differenzia al suo interno per clima, tipologia di terreno e altitudini. Le diverse caratteristiche regalano un ventaglio di tipologie e varietà diverse di vini, che pur avendo la stessa base ampelografica (ovvero stesso vitigno), hanno espressioni differenti date dalla vasta variabilità del territorio. “In questo modo ci sarà un vino, pur con lo stesso vitigno, che avrà le caratteristiche della costa, un vino che avrà le caratteristiche dell’entroterra, oppure della collina” ci racconta Piero Sabatino.
La Maremma Toscana DOC copre tutta la provincia di Grosseto, quindi tutti i vigneti coltivati in quest’area possono essere utilizzati per produrre vini con questa denominazione.
Le principali varietà coltivate sono: Sangiovese, Vermentino, Merlot, Cabernet Sauvignon, Trebbiano toscano, Syrah, Ciliegiolo, Cabernet franc, Petit verdot, Ansonica, Chardonnay, Alicante, Viogner, Pinot grigio, Sauvignon Blanc, Alicante bouschet, Colorino e Pugnitello.
La viticoltura in Maremma nella storia
La storia legata al territorio della Maremma, che ha contribuito a ottenere i vini della Maremma Toscana DOC, è di fondamentale rilievo.
Un tempo il territorio della Maremma era coperto di foreste e paludi. Secondo alcuni studiosi il toponimo deriva infatti dal castigliano marismas che significa appunto “palude”.
In periodo romano la Maremma fu abbandonata e il fiume Ombrone in particolare cominciò a portare detriti finché divenne zona paludosa, selvaggia e frequentata dai briganti, tanto che nella Divina Commedia di Dante si legge: «Non han sì aspri sterpi né sì folti tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.»
Successivamente, nel 1700, fu intrapresa dal Granduca di Lorena una grandiosa opera di bonifica, atta alla diffusione della coltivazione della vite nelle aree risanate della Maremma, che si protrasse per tutto il 1800 e che consentì di sviluppare un’importante attività vitivinicola su tutto il territorio.
La Maremma ha avuto poi una repentina trasformazione a partire dal 1995, quando in tutta Italia è avvenuta la “meridionalizzazione delle colture”, ovvero l’intuizione da parte di aziende agricole del nord delle opportunità di investimento offerte dal sud.
“La Maremma dal punto di vista climatico è assimilabile ai climi tipici meridionali da cui provengo, infatti piace pensarmi come un Siculo-Maremmano. Si era notato che le colture in questi territori erano qualitativamente superiori grazie alla presenza abbondante di luce, sole e buone temperature, fattori che permettono un’ottima maturazione dei frutti”, spiega il direttore di Val delle Rose. “In Maremma”, prosegue Sabatino, “sono arrivati in tanti. Nel 1996 è arrivata la famiglia Cecchi, che è stata una delle prime ad investire in questo territorio. Luigi Cecchi, padre degli attuali proprietari Cesare e Andrea, già negli anni cinquanta comprava l’uva dei combattenti all’Alberese, famiglie che dopo la guerra avevano ricevuto dei terreni grazie alle Riforme Agrarie. Fu così che si rese presto conto che le uve della Maremma mostravano un livello qualitativo eccellente e per questo decise di comprare un’azienda in Maremma, Val delle Rose. Dopo le riforme agrarie la viticoltura era cambiata, perché erano nati piccoli poderi con piccoli proprietari, dando origine alla frammentazione fondiara. Con l’arrivo dei nuovi investitori si è avviato il processo di ricomposizione fondiara e da una conduzione familiare e locale si è passati ad una viticoltura organizzata, struttura e più evoluta. Questo nuovo processo di riorganizzazione non solo ha portato solo al cambiamento della gestione del vigneto, ma anche un miglioramento del territorio, perché tante aree che erano state abbandonate e destinate esclusivamente al pascolo, come anche Val delle Rose, sono state trasformate in vigneti ben ordinati e ben condotti che oggi danno valore al territorio. La speranza è che questo tipo di attività, anche grazie alla DOC Maremma Toscana e al suo Consorzio di tutela, possa portare ancora nuovo lavoro e ricchezza e possa aumentare quello che noi chiamiamo ‘parco vigneti’ in Maremma”.

Il Consorzio Maremma Toscana DOC
Il Consorzio di Tutela dei vini Maremma Toscana DOC è abbastanza recente. La denominazione è del 2011 e il consorzio è stato istituito nel 2014. Il Consorzio ha principalmente funzioni di tutela, promozione, valorizzazione e cura generale degli interessi per i vini della Maremma Toscana, sia per le aziende associate che per tutte quelle che rivendicano la denominazione. La filosofia del Consorzio Maremma Toscana DOC, che oggi conta su 338 soci, è sì quella di tutelare il vino della Maremma, ma anche quella di utilizzare il vino per promuovere nel mondo un territorio vasto e ricco.
Ci racconta Sabatino “Val delle Rose ha fatto parte fin da subito del Consorzio, ed io sono entrato a farne come consigliere, partecipando sempre in modo attivo. Così come la Famiglia, anche io credo nella valorizzazione e nel sostegno che un’organizzazione come questa può dare al prodotto “vino” e al territorio tutto. Oltre alla nostra convinzione nel partecipare alle azioni del Consorzio, anche le aziende del territorio hanno sentito l’esigenza di avere Val delle Rose all’interno del Consorzio perché portasse la sua esperienza e la sua capacità di produrre vini che esprimono al meglio la Maremma”.
Il disciplinare della Maremma Toscana DOC
Il disciplinare regola la produzione delle varie tipologie di vini. Come le uve rosse, prevede un DOC Maremma Rosato, un DOC Maremma Toscana rosso e un DOC Maremma Toscana con menzione di vitigni – Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet, Sangiovese, Syrah, Alicante o Grenache, Canaiolo, Ciliegiolo; come vini bianchi ci sono, oltre al bianco generico, Vermentino, Chardonnay, Trebbiano, Ansonica, Vionier e Sauvignon.
Quello del Maremma Toscana DOC è un disciplinare in fase di modifica perché verranno aggiunte altre denominazioni, quali Petit Verdot e Pugnitello (vitigno poco coltivato in Maremma e in generale in Toscana, ma sui cui molti produttori puntano per riscoprire una varietà autoctona).
Altre modifiche riguarderanno l’inserimento di nuove menzioni, in particolar modo la menzione di Riserva per dare la possibilità di produrre vini con un livello qualitativo superiore, e per i quali verrà introdotto un periodo obbligatorio di invecchiamento sia in legno (ovvero in botte) che di affinamento in bottiglia, a differenza di altri disciplinari che prevedono solo l’invecchiamento in botte, al fine di rendere un vino ancora più elegante, piacevole e finito.
Un altro cambiamento importante sarà la modifica della base ampelografica (cioè l’insieme dei vitigni utilizzati) della tipologia della DOC Maremma Toscana rosso.
La Maremma Toscana DOC e Val delle Rose
Abbiamo chiesto a Piero Sabatino perché Val delle Rose crede da sempre nella denominazione Maremma Toscana DOC. “Partiamo dall’inizio. Val delle Rose ha dato valore al territorio con il suo Morellino di Scansano, ottenendo apprezzamenti sia di critica che di pubblico. La famiglia Cecchi, conosciuta e apprezzata nell’ambito del vino, ha investito nel territorio della Maremma, anche prima della denominazione, perché vedeva delle potenzialità che nel tempo si sono trasformate in valore effettivo. La DOC Maremma Toscana è una denominazione bella, nuova, che secondo noi potrà dare dei risultati positivi non solo per la nostra azienda ma per tutto il territorio. La qualità del prodotto c’è ed è eccellente, quindi perché rinunciare ad andare oltre al Morellino e perché non mettere in risalto la qualità della Maremma, che può essere espressa anche con altre tipologie di vino? Questa è solo la partenza perché la Maremma può avere una vasta diversità di proposte, tutte legate ad una giusta pratica e tecnica enologica, quindi investimenti importanti fatti in cantina, non per trasformare l’origine del prodotto, ma per cercare di assecondare quanto più possibile il prodotto della terra”.
L’azienda al momento conta nel suo parco vini due Maremma Toscana DOC, uno bianco e uno rosso: il Litorale, che anche grazie alla sua inconfondibile etichetta, ha da tempo un suo pubblico e un suo successo, e un nuovo prodotto, l’Aurelio, il nuovo arrivato in casa Val delle Rose.

Aurelio, il nuovo Maremma Toscana DOC
Il nuovo nato della tenuta maremmana si chiama Aurelio, proprio per omaggiare questa terra, poiché prende il nome dalla strada romana che la percorre lungo tutta la costa, la via Aurelia, voluta dal console Gaio Aurelio nel III secolo a.C.
“Così come la via Aurelia è stato il primo pezzo di quella che sarebbe diventata la via odierna”, ci racconta Sabatino, “così l’Aurelio è il primo tassello di quello che è l’investimento e il credo di Val delle Rose legato alla Maremma e in questo caso alla Maremma Toscana DOC”.
Questo nuovo vino a base di Merlot, presentato al Vinitaly 2016, unisce un colore rosso intenso a sentori di piccoli frutti maturi, spezie nere, pepe e cioccolato.
Al gusto risulta morbido, con tannini vellutati. Data la sua corposità, si abbina alla perfezione con piatti di cacciagione come il cinghiale, ma anche con formaggi stagionati, salumi e con il tipico tortello maremmano. “Io lo bevo volentieri anche con il pesce perché è un vino molto delicato che non copre i sapori”, ci svela Piero Sabatino.
Litorale, il Maremma Toscana DOC di Val delle Rose
Il territorio è ideale per vitigni come il Vermentino, che la fa da padrone, perché capace di dare ottimi risultati in zone costiere e assolate, proprio come la Maremma. Da sempre le caratteristiche climatiche di questa terra la rendono unica, grazie alla presenza contemporanea e ravvicinata di mare, montagna, colline.
La Maremma è una terra generosa in ogni senso, non solo per la sua vastità e per il ventaglio di prodotti vinicoli che offre, ma è una terra in cui sono presenti tante altre attività agricole, legate alla produzione di formaggi, salumi, pane, riso, ortaggi. Il Litorale si abbina alla perfezione con i formaggi del territorio, pesce cotto e crudo.

Alla scoperta delle terre della Maremma
Oggi la Maremma è una terra generosa in tutti i sensi, offre tanto e di tutto, dal vino al cibo, dalla natura alla cultura. Si possono visitare i siti archeologici di Populonia e Roselle, il Parco della Maremma, e a poca distanza si trovano il mare e le terme di Saturnia dove potersi rilassare.
Anche Val delle Rose si fa promotrice del territorio e apre le porte a chi viene in Toscana da tutto il mondo per vivere l’esperienza della Maremma in prima persona.
Da quest’anno infatti l’azienda è aperta al pubblico con varie proposte, dalla degustazione alla visita in cantina, alla visita dei vigneti. “Secondo noi è fondamentale portare le persone ad esperire, a vivere a pieno questo territorio” ci spiega Giulia Doratori, responsabile dell’ospitalità di Val delle Rose. In fondo, conoscere le terre in cui un vino nasce è un modo unico per apprezzarne a pieno il valore e l’identità.